i film
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Titolo del film:
ASPETTANDO IL SOLE (Aspettando il sole) Regia, Soggetto: Ago Panini Sceneggiatura: Ago Panini,, Enrico Remmert, Gero Giglio Fotografia: Paolo Caimi Musica: Nicola Tescari Interpreti: Raoul Bova (Sig. Enea Chersi), Vanessa Incontrada (Kitty Galore), Gabriel Garko (Samuel), Claudia Gerini (Giulia), Rolando Ravello (Sig. Bonetti), Sergio Albelli (L'operatore), Thomas Trabacchi (Raul Verani), Raiz (Moreno), Giuseppe Cederna (Santino), Massimo De Lorenzo (Michele Magnifico), Corrado Fortuna (Coco, l'attore), Claudio Santamaria (Toni), Bebo Storti (Bibi, il regista), Alessandro Tiberi (Il piccolo), Michele Venitucci (Vicio), Guido Morozzi (Uomo nel bagno) Genere, durata e nazionalità: Commedia/Noir, Italia, 95' |
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Trama Italia, qualunque posto negli anni Ottanta. Tre balordi si imbattono in un hotel fuori mano: un rifugio ai confini del mondo. Ma questa non è solo la loro storia. Perché al Bellevue Hotel esistono altri ospiti, respiri o pianti dietro una porta dai numeri consumati, gesti d'amore o di disperazione, voci sussurrate o urla. Nell'intreccio di ciascuna di queste storie le pareti si annullano e le porte si aprono, svelando il filo che lega i destini di tutti gli ospiti. Una commedia virata di scuro, dai risvolti inaspettati e sorprendenti. |
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Rassegna Stampa | |||||
Mauro Corso - da www.filmup.com Viviamo sull’orlo
di un abisso ma fingiamo di dimenticarlo, prigionieri di una lunga notte
senza fine e senz’alba. E’ molto raro nel panorama italiano vedere film
tecnicamente ben realizzati, diretti e recitati come questo "Aspettando
il sole" di Ago Panini.
L’unico punto
debole di questo prodotto davvero interessante, consiste nella mancata
chiusura di tutte le vicende presentate, che restano in un certo senso
sospese e inespresse nella loro piena potenzialità e violenza. Resta
comunque il fascino di uno stile visionario e di un modo di girare in
cui la tecnica delle luci e la cupezza degli ambienti ricordano
piuttosto il cinema d’oltreoceano. |
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Giancarlo Zappoli - da
www.mymovies.it
Anni Ottanta. Italia. Tre sbandati
raggiungono un hotel isolato in cui trovare temporaneo ristoro. Al
Bellevue Hotel però non prendono alloggio solo loro. C'è un regista di
film hard con la troupe, un uomo disilluso dall'amore, il detentore di
un segreto che dovrebbe restare tale e altra varia umanità accolta da un
portiere di notte che è in strenua lotta con termiti e tarli. Non a caso
è proprio al formicaio che rinvia la sceneggiatura di questo coraggioso
film di Ago Panini che arriva dalla pubblicità ma non solo. Originale perché non ha pretese
sociologiche. I personaggi non vogliono 'rappresentare' tipologie più o
meno note del mondo che circonda quotidianamente. Si sfiorano, si
incontrano per poi magari perdersi di nuovo in un dosaggio attento di
spontaneità recitativa (gli accenti dialettali) e di artificio. In
un'operazione così complessa non mancano un finale che lascia delle
perplessità e qualche partecipazione che sembra costruita sulla esigua
disponibilità di tempo da dedicare al film da parte degli interpreti.
Questo però non intacca il valore del tentativo di sperimentare nuove
vie per il nostro cinema. Se Panini avesse cercato la strada più comoda
avrebbe optato per il film a episodi tenendo fermo il 'contenitore'
hotel. Non lo fa e realizza un film che non definiremo altmaniano perché
il termine viene ormai usato a proposito (ma più spesso a sproposito)
per qualsiasi film che abbia più di tre storie che si intrecciano. |
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